BEST REGARDS
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vicolo Al Leon d'Oro 4/A Parma
La mostra di Charlie de Voet e Giacomo Feltrinelli inaugura il primo capitolo della serie Best Regards, un format di mostre bi-personali ideato da Ilaria Monti, concepito come una conversazione tra due curatori nel periodo estivo, tra pause, stasi, procrastinazioni. La corrispondenza epistolare con Nicola Nitido coincide con il testo che accompagna la mostra, che si articola come un dialogo sulle città vuote, sul tempo indolente dell'estate, sulle derive comunicative che scaturiscono dall’attesa reciproca e dalla distanza geografica.
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Venerdì 7 giugno 2024, 23:40
Caro Nicola,
La provincia mi uccide. Giugno è appena iniziato ma fa già così caldo. È tempo di miraggi: ricordo quando da bambina non potevo sapere che il sole non stava davvero sciogliendo il mondo intorno a me, che era solo per un effetto ottico del calore se le immagini sembravano vibrare. Ho scoperto anni dopo che quel fenomeno si chiama Fata Morgana, e mi piace ancora pensare che in fondo sia una piccola magia. La pittura di Giacomo, come quei paesaggi immersi nel calore, vibra sulle lamiere e i ferri vecchi di serrande recuperate in periferia, dove le città dormono. Le sue geometrie urbane compongono una segnaletica per perdersi, come quando si esplora per la prima volta un luogo. Percorro con lo sguardo i pattern astratto-geometrici sulle superfici metalliche, le diverse combinazioni di forme e colori che a tratti mi ricordano glitch e interferenze sullo schermo di un televisore. Così penso a quanto la percezione dello spazio urbano sia ancora più densa, nell’aria torbida e calda del centro città che a breve sarà deserto. È tempo per noi di disabitare ogni centro.
Cordiali saluti,
Ilaria Monti
Domenica 9 giugno 2024, 09:30
Cara Ilaria,
come darti torto. Quest’anno poi, farà più caldo del solito. Da quando non sappiamo più vivere nelle stagioni, il tempo ha cominciato a sciogliersi. Di ogni stagione, oggi rimane un concetto, un’idea, la nostalgia, ma non le viviamo appieno, seguendo il ritmo biologico delle giornate. Mi viene in mente “La persistenza della memoria” di Dalì, opera sublime, anticipazione magistrale della nostra concezione e percezione del tempo. Le opere di Charlie rievocano in me questo senso di disorientamento, di spazio fuso con il tempo. In linea con la sua ricerca, è interessante pensare anche come l’artista si riferisca alle sculture come dipinti e ai dipinti come sculture, come intercetti e (con)fonda le pratiche. Non è proprio questo l’effetto della dilatazione estiva, climatica e sensoriale? Anche se so che tutto volerà via in pochissimo, che in un attimo tutto tornerà rigido e solido, ancora più di prima. Ma, vedendo le opere dalla strada, sebbene rompano l’incantesimo di un tempo che scorre regolare, invitando a circoscrivere uno spazio, comincio ad assaporare finalmente un momento, a muoverlo e scuoterlo. Come schiaffo alla regola, dovremmo offrire ghiaccioli all’opening. La sola possibilità di proporre qualcosa che si trasformerà e svanirà di lì a poco, pari a dire Best regards, o come quando saluti qualcuno che sai che non vedrai per molto tempo.
Cordiali saluti,
Nicola Nitido
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La mostra di Charlie de Voet e Giacomo Feltrinelli inaugura il primo capitolo della serie Best Regards, un format di mostre bi-personali ideato da Ilaria Monti, concepito come una conversazione tra due curatori nel periodo estivo, tra pause, stasi, procrastinazioni. La corrispondenza epistolare con Nicola Nitido coincide con il testo che accompagna la mostra, che si articola come un dialogo sulle città vuote, sul tempo indolente dell'estate, sulle derive comunicative che scaturiscono dall’attesa reciproca e dalla distanza geografica.
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Venerdì 7 giugno 2024, 23:40
Caro Nicola,
La provincia mi uccide. Giugno è appena iniziato ma fa già così caldo. È tempo di miraggi: ricordo quando da bambina non potevo sapere che il sole non stava davvero sciogliendo il mondo intorno a me, che era solo per un effetto ottico del calore se le immagini sembravano vibrare. Ho scoperto anni dopo che quel fenomeno si chiama Fata Morgana, e mi piace ancora pensare che in fondo sia una piccola magia. La pittura di Giacomo, come quei paesaggi immersi nel calore, vibra sulle lamiere e i ferri vecchi di serrande recuperate in periferia, dove le città dormono. Le sue geometrie urbane compongono una segnaletica per perdersi, come quando si esplora per la prima volta un luogo. Percorro con lo sguardo i pattern astratto-geometrici sulle superfici metalliche, le diverse combinazioni di forme e colori che a tratti mi ricordano glitch e interferenze sullo schermo di un televisore. Così penso a quanto la percezione dello spazio urbano sia ancora più densa, nell’aria torbida e calda del centro città che a breve sarà deserto. È tempo per noi di disabitare ogni centro.
Cordiali saluti,
Ilaria Monti
Domenica 9 giugno 2024, 09:30
Cara Ilaria,
come darti torto. Quest’anno poi, farà più caldo del solito. Da quando non sappiamo più vivere nelle stagioni, il tempo ha cominciato a sciogliersi. Di ogni stagione, oggi rimane un concetto, un’idea, la nostalgia, ma non le viviamo appieno, seguendo il ritmo biologico delle giornate. Mi viene in mente “La persistenza della memoria” di Dalì, opera sublime, anticipazione magistrale della nostra concezione e percezione del tempo. Le opere di Charlie rievocano in me questo senso di disorientamento, di spazio fuso con il tempo. In linea con la sua ricerca, è interessante pensare anche come l’artista si riferisca alle sculture come dipinti e ai dipinti come sculture, come intercetti e (con)fonda le pratiche. Non è proprio questo l’effetto della dilatazione estiva, climatica e sensoriale? Anche se so che tutto volerà via in pochissimo, che in un attimo tutto tornerà rigido e solido, ancora più di prima. Ma, vedendo le opere dalla strada, sebbene rompano l’incantesimo di un tempo che scorre regolare, invitando a circoscrivere uno spazio, comincio ad assaporare finalmente un momento, a muoverlo e scuoterlo. Come schiaffo alla regola, dovremmo offrire ghiaccioli all’opening. La sola possibilità di proporre qualcosa che si trasformerà e svanirà di lì a poco, pari a dire Best regards, o come quando saluti qualcuno che sai che non vedrai per molto tempo.
Cordiali saluti,
Nicola Nitido
Giacomo Feltrinelli Studio
Via Privata Dolfin 10, 20155 Milano
+39 3343198644 / giacomo.feltr@libero.it
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