FORME INSTABILI
BIANCHIZARDIN
Contemporary Art
Via Pietro Maroncelli, 14, Milano
2024
Il connubio tra arte, recupero e paesaggio urbano è il filo conduttore della nuova mostra milanese di Giacomo Feltrinelli (classe 1994) presso la galleria BIANCHIZARDIN: un’esposizione che indaga tematiche legate alla restituzione e alla messa in opera di materiali, segnaletica verticale e colori che hanno nella strada il loro denominatore comune. Osservando le opere esposte, si scopre l’intuizione dell’artista nel servirsi delle esperienze geometrico-razionali elaborate in Europa a metà degli anni Trenta del Novecento volutamente fuse e riformulate con il proprio immaginario degli ultimi anni, costituito dal recupero di materiali industriali, segnaletica orizzontale e verticale e colori rubati al mondo dei graffiti. L’educazione visiva si presenta perciò come conseguenza naturale dello studio ma anche della tendenza impulsiva al furto di dettagli del quotidiano. Ecco quindi che, in questa selezione di lavori nuovi, vediamo convivere forme geometriche ormai corrotte, incastrate a supporti ferrigni realizzati grazie al recupero di lamiere e listelli che ricordano le guide orizzontali delle saracinesche dei locali a piano stradale. Si tratta di una continuazione degli ultimi due anni di sperimentazione geometrica iniziata con la mostra del 2022 Lineare Metropolitano, presso la Era Gallery di Milano. In quell’occasione le combinazioni geometriche venivano suggerite dalla pavimentazione stradale, in queste nuove combinazioni “instabili” di materiali è proprio il tipo di supporto a guidare l’ordinamento, il posizionamento geometrico delle forme. Le lamiere snodate, segnate e arrugginite del serramento metallico, si accostano al cemento fresco, supportando armonicamente il posizionamento malfermo di una pittura che vive di giochi di forma, materia e colore, ritmata e libera da infinite e mal presumibili concettualità. È così che il richiamo al movimento d’avanguardia Abstraction-Création, molto esplorato nell’ultimo periodo, e alle riflessioni sulla vicina, viva ed istintiva ispirazione alle opere di Tomás Maldonado (1922-2018), ha permesso all’artista di dare vita a preziose sintesi di forma e colore appartenenti a questa nuova epoca, fatte di materiali dimenticati del paesaggio urbano milanese, vagoni graffitati, oggetti legati all’industria e cantieri nuovi, dai quali ancora cerchiamo di spiare cosa ne verrà.
Luisa Gardini
FORME INSTABILI
BIANCHIZARDIN
Contemporary Art
Via Pietro Maroncelli, 14, Milano
2024
Il connubio tra arte, recupero e paesaggio urbano è il filo conduttore della nuova mostra milanese di Giacomo Feltrinelli (classe 1994) presso la galleria BIANCHIZARDIN: un’esposizione che indaga tematiche legate alla restituzione e alla messa in opera di materiali, segnaletica verticale e colori che hanno nella strada il loro denominatore comune. Osservando le opere esposte, si scopre l’intuizione dell’artista nel servirsi delle esperienze geometrico-razionali elaborate in Europa a metà degli anni Trenta del Novecento volutamente fuse e riformulate con il proprio immaginario degli ultimi anni, costituito dal recupero di materiali industriali, segnaletica orizzontale e verticale e colori rubati al mondo dei graffiti. L’educazione visiva si presenta perciò come conseguenza naturale dello studio ma anche della tendenza impulsiva al furto di dettagli del quotidiano. Ecco quindi che, in questa selezione di lavori nuovi, vediamo convivere forme geometriche ormai corrotte, incastrate a supporti ferrigni realizzati grazie al recupero di lamiere e listelli che ricordano le guide orizzontali delle saracinesche dei locali a piano stradale. Si tratta di una continuazione degli ultimi due anni di sperimentazione geometrica iniziata con la mostra del 2022 Lineare Metropolitano, presso la Era Gallery di Milano. In quell’occasione le combinazioni geometriche venivano suggerite dalla pavimentazione stradale, in queste nuove combinazioni “instabili” di materiali è proprio il tipo di supporto a guidare l’ordinamento, il posizionamento geometrico delle forme. Le lamiere snodate, segnate e arrugginite del serramento metallico, si accostano al cemento fresco, supportando armonicamente il posizionamento malfermo di una pittura che vive di giochi di forma, materia e colore, ritmata e libera da infinite e mal presumibili concettualità. È così che il richiamo al movimento d’avanguardia Abstraction-Création, molto esplorato nell’ultimo periodo, e alle riflessioni sulla vicina, viva ed istintiva ispirazione alle opere di Tomás Maldonado (1922-2018), ha permesso all’artista di dare vita a preziose sintesi di forma e colore appartenenti a questa nuova epoca, fatte di materiali dimenticati del paesaggio urbano milanese, vagoni graffitati, oggetti legati all’industria e cantieri nuovi, dai quali ancora cerchiamo di spiare cosa ne verrà.
Luisa Gardini
Giacomo Feltrinelli Studio
Via Privata Dolfin 10, 20155 Milano
+39 3343198644 / giacomo.feltr@libero.it
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