M
Spazio S
via Olona 25, Milano
2018
La lettera M allude alle due linee principali del lavoro di Feltrinelli: lo studio della città di Milano e il metallo come supporto pittorico e metafora della povertà dei materiali.
M è anche la sigla della metropolitana, principale campo di azione della Street Art e uno degli spazi che Marc Augé definisce Non Luoghi per la loro identità in transito e irrisolta.
La ricerca vive del rapporto stretto tra l’autore e il tessuto urbano in cui si muove e ha inizio a partire dal recupero di oggetti abbandonati. Gli scarti della città sono il punto di partenza per il processo di trasformazione creativa. I luoghi di esplorazione sono le fabbriche in rovina, i cantieri stradali, gli sfasciacarrozze e le metropolitane.
Emerge nei lavori di Feltrinelli la volontà di reinserire questi supporti di recupero nel mondo stesso che li aveva rigettati, attraverso interventi pittorici che riflettano il paesaggio urbano. Scorci, architetture e sagome di edilizia civili dialogano con porte sradicate, cartelli stradali, vecchi scaali e lastre arrugginite. Feltrinelli predilige gli elementi di recupero perché possiedono un’energia intrinseca determinata dai segni della vita precedente, assenti nei materiali emeri della modernità. La modalità di intervento pittorico condivide con la Street Art la freschezza del segno, l’istintività dell’azione e la volontà di lasciare una traccia. Attraverso la tag i writers rendono possibile la continua modificazione della superficie urbana contro una concezione stabile della città; nei lavori di Feltrinelli invece la città è raccolta in pezzi e riportata all’attenzione attraverso il processo pittorico. Le opere sono infatti tutte prive di titolo, alcune di esse sono allestite a terra come fossero rifiuti atti a creare un nuovo ambiente cittadino, quotidiano e concreto e si presentano come frammenti di realtà in una temporalità sospesa.
Testo critico: Arianna Cavigioli
M
Spazio S
via Olona 25, Milano
2018
La lettera M allude alle due linee principali del lavoro di Feltrinelli: lo studio della città di Milano e il metallo come supporto pittorico e metafora della povertà dei materiali.
M è anche la sigla della metropolitana, principale campo di azione della Street Art e uno degli spazi che Marc Augé definisce Non Luoghi per la loro identità in transito e irrisolta.
La ricerca vive del rapporto stretto tra l’autore e il tessuto urbano in cui si muove e ha inizio a partire dal recupero di oggetti abbandonati. Gli scarti della città sono il punto di partenza per il processo di trasformazione creativa. I luoghi di esplorazione sono le fabbriche in rovina, i cantieri stradali, gli sfasciacarrozze e le metropolitane.
Emerge nei lavori di Feltrinelli la volontà di reinserire questi supporti di recupero nel mondo stesso che li aveva rigettati, attraverso interventi pittorici che riflettano il paesaggio urbano. Scorci, architetture e sagome di edilizia civili dialogano con porte sradicate, cartelli stradali, vecchi scaali e lastre arrugginite. Feltrinelli predilige gli elementi di recupero perché possiedono un’energia intrinseca determinata dai segni della vita precedente, assenti nei materiali emeri della modernità. La modalità di intervento pittorico condivide con la Street Art la freschezza del segno, l’istintività dell’azione e la volontà di lasciare una traccia. Attraverso la tag i writers rendono possibile la continua modificazione della superficie urbana contro una concezione stabile della città; nei lavori di Feltrinelli invece la città è raccolta in pezzi e riportata all’attenzione attraverso il processo pittorico. Le opere sono infatti tutte prive di titolo, alcune di esse sono allestite a terra come fossero rifiuti atti a creare un nuovo ambiente cittadino, quotidiano e concreto e si presentano come frammenti di realtà in una temporalità sospesa.
Testo critico: Arianna Cavigioli
Giacomo Feltrinelli Studio
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